OMERO ILIADE
Il gioco della forza
di Antonio Panzuto e Alessandro Tognon
oggetti e scene Antonio Panzuto
luci Paolo Pollo Rodighiero
collaborazione alla scrittura drammaturgica Roberta Scalone
voci classe IIB Scuola Elementare Giovanni XXIII – Padova
voce recitante Rosario Donnangelo
editing audio Franz Fabiano
collaborazione alla scenografia Petra Nacmias Indri
tecnico di sala Gianugo Fabris
organizzazione Alessandra Lazzaro
suoni e regia Alessandro Tognon
coproduzione TAM BOTTEGA D’ARTE
Scheda artistica
Scheda tecnica
Iliad – The Game of Force, Artistic Sheet
rapide navi
lance
carri
uomini e armature,
Dei e ira funesta
vite strappate
cavalli veloci
immensi tumulti
dall’alba colore dell’oro
fino al tramonto
…mentre nella pianura si affronta la battaglia violenta…
che cosa avverrà?
Che faremo dunque?
Tra le parole di Omero e le meravigliose similitudini, avvolte dalla natura e dallo spirito dei venti,
la verità impossibile di una guerra infinita che dura fino ai giorni nostri.
Regole di un gioco senza senso apparente, metafore, parole, azioni e caratteri umani, oggetti naturali e
semplici dispositivi meccanici, contrappesi che sollevano e abbassano le figure dal mondo, carrucole che spostano il peso da una parte all’altra del campo di battaglia.
Gli Dei tramano inganni, mostrano desideri, si amano e si odiano, non danno tregua, muovono i guerrieri e impongono la loro volontà.
“Nel campo di battaglia le vite distrutte risultano indifferenti al pari di giocattoli rotti da un bambino”
“Il soldato vincitore è come un flagello della natura. Posseduto dalla guerra, come lo schiavo, è diventato
una cosa”.
“I guerrieri appaiono simili tanto all’incendio, all’inondazione, al vento o alle bestie feroci o a qualsiasi causa
cieca di un disastro, quanto ad animali impauriti, alberi, acqua, sabbia e a tutto ciò che è mosso dalla
violenza di forze estreme”.
“Possiamo amare ed essere giusti solo se conosciamo l’imperio della forza e siamo capaci di non
rispettarlo”.
“La guerra è facile e viene amata in modo meschino.”
(Simone Weil)
“Achille assomiglia a tutti i vincitori. Ettore a tutti i vinti.”
“Achille è il gioco della guerra. Senza Achille l’umanità vivrebbe in pace.
Gli Dei hanno portato via tutto a Ettore: Omero l’ha voluto in tutto e per tutto uomo, e non gli ha risparmiato né il tremore della paura né l’umiliazione della viltà.”
“Ettore ha sofferto tutto, e ha perduto tutto, tranne sé stesso.”
“Nell’Iliade la forza appare dunque come la suprema realtà e insieme la suprema illusione dell’esistenza.”
(Rachel Bespaloff)