PERCHÉ NON BALLATE?
ispirato dai racconti di Raymond Carver
Museo delle Arti Applicate PADOVA
installazione a PALAZZO ZUCKERMANN
di ANTONIO PANZUTO e ALESSANDRO TOGNON
ideazione Alessandro Tognon, Antonio Panzuto
in scena
Selene Sanmartin, Sabrina Arteconi, Anna Valandro
Fabio Pizzuti, Enrico Hunterholzern
scenografia Antonio Panzuto
assistente alla scena Alberto Nonnato
luci Paolo Pollo Rodighiero
suoni e regia Alessandro Tognon
Perché voi ragazzi non vi mettete a ballare, decise di dire.
E poi lo disse. “Perché non ballate?”
Disse: “Voglio solo dirvi un’altra cosa”.
Ma poi non riuscì a pensare quale potesse essere.
Una facciata immensa di un palazzo, la vetrina di una pasticceria, l’entrata di un pronto soccorso, squarci di interni domestici, resti di una cucina, di un letto, di un divano immersi e quasi dissolti in un esterno desertico, buio e d’asfalto.
Qui gli oggetti hanno voce misteriosa, indecifrata, come il frigorifero o come i telefoni, che squillano, al di fuori di ogni possibile controllo, e diventano enigma mediatico e creatori di angoscia e instabilità. In questo paesaggio, installazione credibile che però allo stesso tempo supera i confini di ciò che è realisticamente possibile, distillato fra i mille modelli cinematografici e letterari di un’America suburbana, provinciale e tutt’altro che spettacolare, tutto si decontestualizza e si sospendono le emozioni e le azioni di chi lo abita.
Nella strada, un incrocio senza traffico, un semaforo spento, macchine ferme, porte aperte, fari accesi.
L’automobile, simbolo della conquista del west, il grande sogno americano di scoprire il mondo viaggiando, sembra non poter più proseguire, solo contenere l’intimità di un’umanità desolata.
La libertà assoluta di ogni “americano” che può controllare la propria vita e il proprio mondo dal chiuso di un abitacolo climatizzato, si è trasformata in solitudine e vulnerabilità. Ora restano solo una donna o un uomo, in piedi, davanti alla propria auto, in una strada anonima, in posto anonimo, sotto la pioggia. Qualcuno vuole parlare.
Uomini e donne muovono pezzi delle loro vite fra delusioni e nuovi inizi, fra tragedie ed eventi ridicoli, fra casualità e gesti o parole definitivi.